Back to Memphis, il movimento più rivoluzionario del design Bianco e nero, colori saturi, griglie grafiche, fantasie geometiche, solidi che si innestano l’uno nell’altro, asimmetrie… shakeriamo tutto ed ecco a voi lo stile Memphis, uno dei linguaggi più eclettici del ‘900. Uno stile che sta conoscendo negli ultimi anni una riscoperta sia nel design di interni e nel set design (foto 2, 4, 6, 8, 9-11), che nella moda (foto 1, 5, 7) e nella grafica. 1 e 5 • Christian Dior, Fall 2011 2 e 4 • Set design per Shape Up lighting collection a cura di Ledies&Gentlemen Studio (© Photo Charlie Schuck) (VEDI) 3 • Vaso Nilo by Ettore Sottsass, 1983 6 • Material and Shapes, set design a cura di Terzo Piano (VEDI) 7 • Tuta con pattern disegnato da Camille Walala VEDI per Gormam (VEDI) 8 • Set design per Sophie Hulme curato da Metz+Racine (VEDI) 9 • Set design per Case da Abitare a cura di Metz+Racine) 10 • Set design by Haw Lin per SZ Magazine (via Creative Collector) 11 • Finals Focus Composition, Kate Jackling per COS (via Creative Collector)(via Creative Collector) Lo stile Memphis nasce a Milano nei primi anni ottanta, da un collettivo di designers con a capo Ettore Sottsass. Perché questo nome? Nel corso della loro prima riunione risuonava come sottofondo Stuck Inside of Mobile di Bob Dylan e il disco s’inceppò su “with the Memphis Blues”. Un caso… ed infatti casualità e rigetto per gli schemi precostituiti, oltre che colore, allegria, spregiudicatezza – a guardare i progetti di Memphis – sono le sue caratteristiche principali. Parlare di Memphis come uno stile è però limitativo, perché il gruppo Memphis Milano diede avvio a un vero è proprio movimento culturale, di rottura rispetto a un passato rigido e austero, quello degli anni settanta. E sebbene il suo linguaggio rompeva con il passato, paradossalmente dal passato attingeva molto, con citazioni di Art Deco, Pop Art, Kitsch. Negli anni ottanta poi era dilagante la cultura dell’immagine, della forma svincolata dalla funzione. E infatti gli oggetti Memphis sono prima di tutto delle assolute rappresentazioni totemiche. I prodotti di design cessano di essere una risposta alle reali necessità del consumatore, per diventare oggetto di culto e venerazione dello stesso (foto 12-17). 12 • Libreria Carlton by Ettore Sottsass (1981) 13 e 14 • L’appartamento Memphis di Karl Lagerfeld a Monaco 15 • Lampada Tahiti by Ettore Sottsass (1981) 16 • Tavolino Flamingo by Michele de Lucchi (1981) Guardavo al panorama degli anni ottanta con gli occhi di una bambina, e ricordo benissimo i colori saturi sulle riviste che comprava mia mamma o i suoi maglioni dalle linee geometriche, il trucco sgargiante di Boy George e la squadratura del taglio di capelli Grace Jones. Proprio degli anni ottanta sono molti dei designers di varie parti del mondo, per i quali Memphis continua a essere fonte d’ispirazione. Il Neo-Memphis dichiara – in modo più o meno esplicito e più o meno edulcorato – il riferimento alla propria matrice, credo però con una maggiore attenzione per la scelta dei materiali, per un uso del colore molto più desaturato rispetto a quello degli anni ottanta e una carica della componente Kitsch di gran lunga ridotta. 17 • Il labirinto che Camille Walala ha realizzato per la Now Gallery di Londra ((foto via Dezeen)) 18 • Lampada da tavolo Little Darling by (Swedish Ninja) 19 • Neo Memphis set design di Studiopepe per Elle Décor Italia, 2015 (Photo © Jeremias Morandell) Tra gli esempi che più ammiro di progettazione d’interni degli ultimi anni c’è il Room Mate Giulia, un hotel boutique di Milano (foto 20, 22) che ha, tra i vari timbri formali che definiscono il suo carattere così divertente e originale, anche quello Memphis che i progettisti (Patricia Urquila in collaborazione con Frederik Dewachter e Alberto Artesani) hanno interpretato, fatto proprio e rielaborato in modo colto e intelligente. Lo stesso accade per Daria Zinovatnaya, la mente di un universo assolutamente creativo che tiene traccia, tra gli altri, del gusto Memphis. 20 e 22 • Interni di Room Mate Giulia, Boutique Hotel a Milano 21 • Interno di un progetto di interior by Daria Zinovatnaya (VEDI)