L’intreccio del giunco attraverso le mani di quattro generazioni di artigiani. Un’arte da salvaguardare.

Tra gli antichi mestieri legati alle caratteristiche geologiche di alcune aree del nostro territorio c’è quello dei mastri cestai.
Ho una particolare passione per i lavori realizzati con l’intreccio delle fibre naturali: fanno parte del bagaglio che mi porto dietro dalla mia terra. La mia prima borsetta è stata una tracolla di giunco e un piccolo dondolo di vimini è stato il mio primo oggetto d’arredo.

Cesti e panari realizzati con il giunco e con i rami d’ulivo, lavorati a mano dai maestri artigiani di Siciliano Handmade

In Salento sono andata a conoscere l’unica realtà locale che ancora si dedica con passione e dedizione all’arte dell’intreccio manuale di rami d’ulivo, mirto, giunco palustre e canne. Si trova ad Acquarica del Capo, un paesino di quasi cinquemila abitanti, poco disante dal Capo di Santa Maria di Leuca. Qui ho incontrato Anna Siciliano e la sua mamma Francesca, titolari dell’azienda a conduzione familiare Siciliano Italian handmade.

Cestini in giunco realizzati a mano dai maestri artigiani di Siciliano Handmade. Possono essere usati come accessori per la tavola e per la cucina

La famiglia Siciliano è l’ultima erede di un’arte che si tramanda di generazione in generazione da più di un secolo. Sono gli unici artigiani rimasti in tutto il territorio che custodiscono l’arte dell’intreccio delle fibre naturali, in particolare del giunco, seguendo e rispettando l’antico procedimento.

Il giunco, che cresce nelle zone palustri – oramai sempre più rare – della costa verso il Capo di Santa Maria di Leuca, viene falciato e raccolto, poi selezionato e pulito manualmente. Viene quindi messo a mollo per qualche minuto in grossi contenitori di acqua bollente, poi steso al sole per diverse settimane e fatto essiccare. Infine, in una piccola stanza, è sottoposto alla zolfatura: i fumi dello zolfo danno al giunco maggiore malleabilità e il tipico colore paglierino.

Cestini in giunco realizzati a mano dai maestri artigiani di Siciliano Handmade. Da usare come accessori per la tavola e per la cucina

Fino a quando negli anni Cinquanta iniziò l’ondata migratoria del secondo dopoguerra, ad Acquarica la lavorazione del giunco era un’attività molto fiorente. Nasceva da necessità quotidiane: con il giunco si creavano cesti usati per contenere i raccolti delle olive, oppure i formaggi, o si realizzavano le nasse per la pesca. Il commercio di questi prodotti è stato fiorente per gran parte del Novecento, oltrepassando i confini italiani. Fino almeno agli anni Novanta, che hanno segnato un generale allontanamento dall’artigianato.

Cesti realizzati con l’intreccio di rami d’ulivo. Nella prima foto, fasci di rami pronti per essere lavorati.

Oggi, con la rinnovata sensibilità verso il prodotto fatto a mano, le tradizioni locali, verso quello che oggi si usa chiamare slow living, sarà per un fatto di tendenza oppure sarà – si auspica – per una reale presa di coscienza, Siciliano Italian handmade è annoverato tra le eccellenze del Made in Italy.

“Non c’è nessuna intenzione di cavalcare l’onda di quella che potrebbe essere una moda passeggera” dice Anna Siciliano, “non è mai stato così”. Prova ne è il fatto che il papà Cesare e la mamma Francesca non hanno mai interrotto il loro lavoro, né hanno mai pensato di modificarlo in relazione alle richieste del mercato. La conduzione familiare rimane uguale a se stessa e di conseguenza la quantità e qualità della produzione. Anche oggi che il mercato è crescente, il ritmo lento dei processi di lavorazione genera inalterato cesti di giunco e di rami d’ulivo, che da oggetti nati per necessità quotidiane, sono diventati dettagli d’arredo di bellissimi interni.

Cestini in giunco, tra i quali anche quelli che vengono usati come forme per ricotta e giuncata