Specchio specchio delle mie brame…
funzione e decoro del complemento d’arredo più irrinunciabile di sempre #2

Continua il viaggio nel magico mondo degli specchi. Oggi vi porterò alla scoperta dei materiali che, seguendo le ultime tendenze in fatto di interior, troviamo più spesso abbinati allo specchio.

L’ottone, per il consenso ricevuto nel campo dell’arredamento, è il metallo che forse ha trovato più applicazione su un complemento come lo specchio. Due celebri esempi prodotti oggi da Gubi sono Randaccio e F.A.33, entrambi disegnati da Gio Ponti, rispettivamente nel 1925 e nel 1933. Entrambi dalle linee sobrie ed eleganti. Il primo con un decoro a serpentina che ricorre in molti lavori del maestro. Il secondo di una bellezza senza tempo.
Di Mingardo è lo specchio Rondò disegnato dallo studio Bernhardt-Vella che gioca sulla tridimensionalità dell’oggetto e Galileo di Living divani che rievoca il famoso pendolo. Infine Darkly Mirror di MENU che ha un’affascinante genesi in quanto ripercorre la storia tra uomo e immagine riflessa: si racconta che i primi specchi furono ciotole piene d’acqua alle quali Darkly si ispira per la sua forma concava.

F.A.33 (146×69 cm; ottone lucidato; 1459 euro) e Randaccio (ø 42 cm; ottone; 669 euro) by Gio Ponti prodotti da Gubi
Rondò di Mingardo (ø 100; struttura in acciaio inox ottonato opaco)
Pendolo di Living divani (ø 60cm, ø 90 cm; prezzo su richiesta)
Darkly Mirror di MENU (ø 20 cm, ø 40 cm, ø 60 cm; ottone spazzolato; da 1853 euro)

Un unicum è la serie di specchi Obei Obei della collezione Ambrosiana di by Cristina Celestino con i quali la designer rende omaggio a celebri architetti milanesi come Gio Ponti, Caccia Dominioni, BBPR nei cui interni erano spesso utilizzati i vetri smerigliati che qui sono proposti in una metà dell’oggetto.

La serie Obei Obei by Cristina Celestino per Atipico (misure varie da 340×67 cm a 50×100 cm; vetro smerigliato e specchio; da 302 euro)

Anche frange e nappe hanno conquistato il mondo degli interni e, direttamente dagli anni venti, sono tornate a impreziosire sofà e pouf ma anche credenze, lampade e, ovviamente, specchi. Se da una parte le frange rievocano atmosfere charleston come per Half Moon, lo specchio firmato Ben & Aja Blanc, e per Cabinet Wall Mirrors del finlandese Tero Kuitunen, dall’altra ci sono evidenti richiami a culture tribali. Chiaro è il riferimento nel nome Souk degli specchi con decoro in macramè di Dooq. Più che uno specchio è un arazzo Talisman realizzato in Napal per cc-tapis su disegno di Studiopepe. Altro registro per Petite Friture che, con il suo inconfondibile spirito scanzonato, permette di decorare il suo Panache con nappe fornite in tre diversi colori.

Souk di Dooq (61×97 cm; dettagli in ottone, marmo, frange; 2566 euro)
(da sinistra) Talisman by Studiopepe per cc-tapis (prezzo su richiesta) e Half Moon di Ben & Aja Blanc (46×48 cm; frange in seta; prezzo su richiesta)
Cabinet Wall Mirror di Tero Kuitunen (quadrato 63×63 cm, romboidale 81×81 cm, tondo ø 68 cm; prezzo su richiesta)
Panache by Costance Guisset per Petite Friture(42×37 cm, 37×112 cm; piccolo 205 euro, grande 280 euro)

Dalle ispirazioni tribali alle antiche lavorazioni che si tramandano di generazione in generazione. Come per la serie di specchi Killa e Cesta disegnate da Pauline Deltour per Ames, entrambe nate dalle mani di artigiani colombiani, la prima serie realizzata con le fibre della palma iraca, la seconda realizzata in coloratissimi pvc. Se esposti in serie, l’effetto è sorprendente!!

(da sinistra) Cesta (tondo ø 49,1 cm; ovale 47,5×54,3 cm; ferro e pvc; tondo 629 euro; ovale 595 euro) e Killa (tondo ø 62 cm, ovale 46,6×53,3 cm; palma di iraca; tondo 675 euro, ovale 595 euro) by Pauline Deltour per Ames

Testi di Valentina Romano